2020, l’anno della montagna bellunese. Della Valbelluna. Prealpi e dintorni. Perché il Covid può davvero essere la svolta per il turismo della montagna “vicino casa”. Il Nevegal ha già assaggiato i primi flussi di massa nelle ultime due domeniche, e pensa già all’estate che verrà, forte del suo patrimonio edilizio di seconde case. Ma anche la dorsale che va da Valmorel a Lentiai non scherza e può contare su paesaggi spettacolari e sentieri agevoli, a portata di famiglia. Sarà rilancio turistico? Facile. La prova, anche qui, si è avuta domenica scorsa.

Una presenza senza eguali, in area Artent e Col Moscher. Macchine parcheggiate a bordo strada e sui prati, a decine. Centinaia di escursionisti, accorsi da ogni parte del Veneto per ammirare la fioritura dei narcisi, spettacolo naturale caratteristico proprio della zona. Un pericolo per la biodiversità, che mal sopporta un turismo di massa. Ma un’occasione di rilancio dell’intera Valbelluna, se le amministrazioni locali sapranno trovare il modo di promuovere il territorio e veicolare la giusta comunicazione per responsabilizzare i turisti. Anche perché di attrazioni ce n’è più d’una: dai sentieri delle malghe di Valmorel alla Grotta Azzurra di Mel, passando per i Brent de l’Art e il Castello di Zumelle, solo per restare in Sinistra Piave.

Vuoi vedere che il Covid ha il potere di accendere la miccia turistica…