Gioco di squadra per il turismo: l’Alpago punta il marchio d’area con la Valbelluna

Gioco di squadra per il turismo: l’Alpago punta il marchio d’area con la Valbelluna

La montagna c’è. Ed è anche selvaggia e incontaminata. La spiaggia pure. In mezzo, boschi, possibilità di sport, escursioni e tour gastronomici. Tutto racchiuso nel giro di pochi chilometri. «È la grande bellezza dell’Alpago e quest’estate contiamo di valorizzarla al massimo», parola di Cristiano Gaggion, presidente del Consorzio turistico Alpago Cansiglio. «Tra fine maggio e inizio giugno abbiamo visto un bel movimento. Soprattutto nel weekend lungo del 2 giugno, il lago ha fatto il pieno. Sono segnali importanti in vista dei prossimi mesi». 

Già, ma che mesi saranno? Il turismo a chilometro “quasi zero” potrebbe essere la grande chance. Soprattutto per il lago.

«Lo speriamo. Quest’anno dobbiamo prenderlo con lo spirito giusto, visto che si navigherà abbastanza a vista. Ma le premesse non sono male. Anzi».

La promozione a che punto è?

«Nei prossimi giorni apriremo uno showroom del Consorzio: una struttura nuova all’ingresso della spiaggia del lago. Sarà utile per dare informazioni turistiche, perché non c’è solo Santa Croce: dal Consiglio ai sentieri passando per le piste di mountain-bike, l’Alpago ha molto da offrire».

Il Consorzio è molto attivo. E non solo quest’anno…

«Abbiamo portato avanti iniziative importanti, come il progetto “GoToNature”, un Interreg per creare un modello di sviluppo territoriale basato sull’utilizzo sostenibile di destinazioni turistiche. O ancora il progetto “FuTourist”, con la valorizzazione di alcuni itinerari congiunti con altre aree. Abbiamo realizzato brochure e volantini. Abbiamo proposto il seminario Ciclability, sul cicloturismo e la valorizzazione dei percorsi ciclabili. Siamo stati su alcune tv – Rai, Sky, Dmax – grazie alla collaborazione con la Dmo. Abbiamo messo online il nuovo sito, collaboriamo nel progetto Sheep All Chain per la valorizzazione della pecora dell’Alpago. E stiamo lavorando insieme al Consorzio Dolomiti Prealpi, anche per il marchio d’area».

Di cosa si tratta?

«Di un marchio che ci permetterà di promuovere in maniera unitaria tutta la Valbelluna. Ogni zona ha le sue peculiarità e mantiene la sua identità, ma sotto un denominatore comune, come già succede con il marchio Dolomiti Bellunesi. La Valbelluna ha molti fattori in comune che possono creare dinamiche positive nella valorizzazione e nella promozione. Le risorse umane ed economiche non sono molte, quindi serve fare gioco di squadra. E poi, è bene promuovere il territorio come unico, anche per far girare i giri di flussi da un posto all’altro e dare così un’offerta turistica completa».

Come? 

«Ad esempio creando dei pacchetti strutturati. Il meteo è l’handicap del nostro territorio. Ma se un turista ha scelto il lago e c’è una giornata di pioggia, gli si può proporre un giro a Belluno e a Feltre. E magari una sosta a Mel o Zumelle. Una vallata unica può fare proprio questo lavoro. Il marchio è ancora in fase embrionale, ma ci stiamo lavorando».

Qual è il punto di forza dell’Alpago?

«Ha tutto in pochi chilometri, la montagna, i boschi, prodotti gastronomici d’eccellenza, il lago del vento… Stiamo spingendo per la realizzazione di una ciclabile che giri tutt’attorno».

E cosa manca?

«Al momento manca una struttura alberghiera. Ma se la zona inizia a crescere, magari diventa appetibile per qualche investitore. Adesso qui da noi c’è una discreta offerta extraalberghiera. Si sta sviluppando molto e quest’anno credo potrà essere ben utilizzata».

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