Belluno Alpina: «Un consorzio forestale per la cura del territorio»

Belluno Alpina: «Un consorzio forestale per la cura del territorio»

«Smettiamola di guardare con invidia i vicini. Agiamo, il territorio ha bisogno di manutenzioni. I turisti chiedono pulizia». Il turismo passa anche attraverso la cura del territorio, lo sfalcio di prati e la cura dei boschi. Ma Comuni e Unioni montane, strangolate dai continui tagli al personale, non possono arrivare dappertutto.

Servono nuove idee. Come quella venuta all’associazione Belluno Alpina: dare vita ad un consorzio forestale, che possa curare le aree sopra i 600 metri di quota dei comuni di Belluno, Ponte nelle Alpi e Limana. L’associazione presieduta da Gimmy Dal Farra ha già anche individuato la sede. Dove, se non nelle ex scuole di Ronce, rimodulando il vecchio progetto di ristrutturazione? «L’edificio non deve essere trasformato in abitazione – spiega Dal Farra – ma deve restare un presidio per la comunità: si trova in posizione centrale rispetto all’intero comprensorio Quantin-Nevegal-Ronce-Valmorel e da lì parte lo svincolo di accesso alla strada silvopastorale alla sistemazione della quale sta già lavorando la Regione. Vi possono trovare posto una sala incontri e un ufficio con un dottore forestale che si occupi delle pratiche boschive. E un magazzino e un’officina per i mezzi degli operai che si dedicherebbero allo sfalcio dei prati, alla sistemazione dei sentieri, alla rimozione delle ramaglie, alla messa in sicurezza idrogeologica del territorio e all’incremento e valorizzazione delle risorse forestali. Si potrebbe anche realizzare una cucina con sala ristoro per accogliere i visitatori in un angolo immerso nel verde con vista sull’intera Valbelluna»L’idea, in realtà, non è nuova. Esperienze simili ci sono già, ad esempio in Lombardia. «Ne abbiamo visitati alcuni lo scorso febbraio – continua Dal Farra – e siamo convinti che sarebbe la soluzione ideale per le nostre zone. Porteremo il progetto all’attenzione del tavolo antispopolamento coordinato dal Comune di Belluno, nel quale chiederemo la concretizzazione di un accordo quadro tra i sindaci di Belluno, Ponte nelle Alpi e Limana, che prenda spunto dal progetto Ronce 2020. Poi saremo pronti a coinvolgere anche Provincia e Regione».

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