Sindaco senza censura. Non passa la mozione della minoranza sulla vicenda Inlab

Sindaco senza censura. Non passa la mozione della minoranza sulla vicenda Inlab

Inopportunità politica. Conflitto di interessi. Favori agli amici. Gli ingredienti c’erano tutti, almeno nelle intenzioni dei gruppi di minoranza di Belluno (Pd escluso).

L’obiettivo? Censurare l’operato del sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, nel progetto Inlab, l’acceleratore di idee finanziato da Fondazione Cariverona con il Bando Valore Territori. Bersaglio mancato. La maggioranza si è infatti stretta accanto al primo cittadino, respingendo al mittente le accuse contenute nella mozione.

La vicenda è nota e ruota attorno al ruolo di Comune, Cooperativa Società nuova (della quale Marco Ciociano Bottaretto, consigliere di maggioranza, è presidente) e dell’ex assessore al sociale Valentina Tomasi, dimessasi lo scorso anno dalla giunta quasi in concomitanza con l’inizio di un lavoro a termine proprio all’interno della cooperativa.

«Visto che la trasparenza è stata un cavallo di battaglia della comunicazione politica di Massaro – ha attaccato Paolo Gamba (Belluno è di tutti) durante il consiglio comunale -, mi sarei aspettato il rispetto dei principi della buona amministrazione. Invece in questa vicenda il comportamento del sindaco è stato quantomeno superficiale e sintomatico invece di un cattivo modo di amministrare. Sono stati assegnati soldi pubblici a una cooperativa vicina all’amministrazione, nominata quale capofila senza nessuna gara pubblica. E un ex assessore è stato assunto dalla suddetta cooperativa proprio per seguire questo progetto. Del quale, tra l’altro, non esisteva un’idea al momento della partecipazione al bando. Come ha spiegato lo scorso settembre la stessa cooperativa Società nuova, il progetto lo hanno poi preparato loro. Il tempo è scaduto, la città esige chiarezza, perché parliamo di soldi pubblici. E non vale che il sindaco ci dica di rivolgersi alla Procura: deve spiegare».

«Non si tratta di soldi pubblici – la replica, piccata, di Jacopo Massaro –. Perché Fondazione Cariverona è un ente privato. Il Comune trasferisce solamente questi soldi ai singoli partner. Che sono tutti alla pari, non esiste un capofila. Il bando di Cariverona mirava a mettere insieme e potenziare reti ed esperienze già esistenti. Non c’è stato un bando? Non doveva esserci: il Comune non acquista nessuna prestazione dalla cooperativa né dagli altri partner: ognuno porta avanti delle progettualità all’interno di Inlab».

Il primo cittadino di Belluno affida poi a Facebook lo sfogo personale sulla vicenda. «È stata la giornata più difficile in questi otto anni da sindaco: mai sono stato così tanto in difficoltà sul piano personale. È stato pesantissimo sentirmi accusare di fatto di essere disonesto. Ho mille difetti e ne sono consapevole, ma vengo da una famiglia che mi ha insegnato che dall’onestà non si prescinde mai. E proprio per questo, nella mia ingenuità, mai mi sarei aspettato che mi sarebbero stati tirati addosso degli schizzi di fango, probabilmente nella speranza che, una volta lavate via, restassero delle macchie».

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