Cala il sipario sull’era Vignato. Bim Gsp cambia. E lo fa con una situazione nettamente migliore rispetto a qualche anno fa, quando l’ormai ex amministratore unico mise piede nella società idrica per la prima volta.
Allora il “buco nell’acqua” valeva 89 milioni; oggi i debiti si assestano a quota 32 milioni. La situazione è stabile. E l’hanno riconosciuto anche i sindaci.
C’è solo un dubbio: il Covid. Il lockdown potrebbe aver ridotto i consumi delle aziende in termini di acqua (lo si vedrà tra poco); e lo shock economico provocato dal coronavirus potrebbe tradursi in mancati pagamenti delle bollette. Al netto di tutto questo, Bim Gsp può dirsi tranquilla.
«A Vignato avevamo chiesto di lavorare per obiettivi – ha sintetizzato nell’assemblea dei soci, Jacopo Massaro -. Dal risanamento della società all’eliminazione del debito. L’amministratore unico ha raggiunto questi obiettivi e l’ha fatto attraverso una metodologia valida: non solo con l’aumento della tariffa, ma anche con il raggiungimento di una maggiore efficienza della macchina amministrativa. Lo ringraziamo, soprattutto per aver restituito ai cittadini una società che funziona».
Al posto di Vignato arriverà un cda a tre, formato da Attilio Sommavilla (commercialista), Lara Stefani e Andrea Menin (ingegneri). L’obiettivo? Continuare la strada verso il risanamento e varare anche una strategia espansiva. La partita potrebbe essere quella della fusione tra Bim Infrastrutture e Bim Gsp. Ci sono le risorse della gara gas sul tavolo.