Convivenza con il lupo: premiata un’azienda agricola del Nevegal

Convivenza con il lupo: premiata un’azienda agricola del Nevegal

 

Un allevatore bellunese “Sulla via della coesistenza”. Il premio nazionale del Cai (Gruppo Grandi Carnivori), finalizzato a riconoscere le buone pratiche per mitigare il conflitto con il lupo, ha individuato dieci aziende agricole di tutta Italia come esempi da seguire. E tra queste spicca l’azienda agricola “Apitardi” di Luisa Poto e Jacopo Gabrieli, in Nevegal.

«Si tratta di un riconoscimento importante, che testimonia la qualità del lavoro di una giovane realtà – commenta il consigliere provinciale Franco De Bon -. Ci complimentiamo con i due allevatori che hanno impiantato sul Nevegal un piccolo allevamento di capre cachemire. Questo genere di attività è fondamentale per la cura del paesaggio e la manutenzione del territorio».

Luisa e Jacopo hanno recintato circa 4.000 metri quadrati con apposite reti elettrificate. E la decina di capre all’interno non ha mai avuto visite da parte del predatore, nonostante le foto-trappole piazzate dai due allevatori attorno all’azienda mostrino una presenza costante del grande carnivoro.

«C’è una via mediana tra l’essere pro e contro il lupo – spiega Gabrieli -. Noi abbiamo fatto nascere una micro-azienda in zona Col Canil, ma nel nostro piccolo gestiamo una decina di ettari che altrimenti sarebbero lasciati a loro stessi. Abbiamo deciso di aprire pure un b&b e devo dire che la presenza del lupo non ci ha dato problemi». 

Il premio vinto dall’azienda “Apitardi” del Nevegal è di 500 euro. E le risorse, messe a disposizione dal Cai, provengono dalla mostra e dall’opuscolo “Presenze silenziose, ritorni e nuovi arrivi di carnivori nelle Alpi”. «Un ritorno che ormai è assodato e stabile anche sulla montagna bellunese – conclude il consigliere De Bon -. La nostra Polizia provinciale collabora ai monitoraggi all’interno del progetto Life Wolfalps della Regione e raccoglie le denunce di predazione. L’augurio è che si possa andare sempre più verso la convivenza tra allevamenti e predatore. Anche perché il lupo rappresenta l’elemento di regolazione naturale della fauna selvatica che tanti danni sta provocando alle aziende agricole della Valbelluna. Riteniamo che la soluzione ottimale, nel difficile rapporto tra attività zootecniche e predatore, passi attraverso la predisposizione di un piano nazionale di gestione, in grado di tener conto delle varie casistiche».

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