Scuola, aziende, cittadini: «Serve un trasporto pubblico efficiente dopo il Covid»

Scuola, aziende, cittadini: «Serve un trasporto pubblico efficiente dopo il Covid»

Un fondo straordinario per il trasporto pubblico, assieme a criteri che non siano penalizzanti per il territorio montano. Sono queste le richieste che la Filt Cgil presenterà stamattina al tavolo sul futuro del tpl nel Bellunese, convocato a Palazzo Piloni. Un tavolo che dovrà cercare la quadra tra le esigenze delle aziende di trasporto, le necessità degli utenti e le misure di sicurezza anti-contagio imposte dal Covid. Non sarà facile, ma passa inevitabilmente da qui la sopravvivenza di un servizio che già oggi vede alcune aree più svantaggiate di altre. Ecco perché la categoria di riferimento della Cgil chiede una sorta di “patto sociale”.

«Bisogna che sia riconosciuta la centralità del trasporto pubblico locale» spiega Alessandra Fontana, segretaria Filt Cgil di Belluno, alla vigilia del tavolo provinciale. «Non vorremmo che passasse il pregiudizio che i mezzi pubblici non sono sicuri o non corrispondono più alle mutate esigenze organizzative delle aziende. I mezzi sono sicuri e le variazioni organizzative delle aziende vanno sempre concertate con le organizzazioni sindacali; ad ogni modo, non possono pregiudicare il diritto alla mobilità».

Altro tema fondamentale del tavolo sarà quello della scuola. Indipendentemente da come ripartirà a settembre, si pone il problema del trasporto degli studenti. «Se già prima i mezzi soffrivano l’affollamento di studenti, adesso bisogna ripensare il trasporto scolastico – continua Fontana -. Abbiamo davanti una buona occasione anche per ripensare il trasporto al termine dell’emergenza. L’auto privata non può diventare l’alternativa».

Necessariamente, il distanziamento sociale richiederà più mezzi. Quindi, più costi per garantire lo stesso servizio. «Servono risorse straordinarie: i 500 milioni previsti nel Decreto Rilancio sono assolutamente insufficienti – sottolinea Fontana -. E serve la definizione di criteri che non penalizzino il nostro fragile territorio. Come Filt ribadiamo la necessità che il servizio riparta come e più di prima e che i lavoratori del settore che in questo periodo hanno pagato un prezzo importante in termini di riduzione del reddito durante il godimento degli ammortizzatori possano riprendere la loro attività. Contestualmente ribadiamo la necessità di mantenere tutta l’occupazione, in particolare stabilizzando i contratti a termine».

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