“Green Deal Cadore”: il futuro è nel segno della sostenibilità

“Green Deal Cadore”: il futuro è nel segno della sostenibilità

 

No, non siamo negli Stati Uniti degli anni Trenta con il presidente Roosvelt. Ma anche il Cadore ha il suo “New Deal”: ovvero, un piano di riforme per risollevare il territorio. È il “New Deal Cadore”, lanciato dalla Magnifica Comunità: un progetto, o meglio, un patto finalizzato a coinvolgere tutti i soggetti per immaginare la zona da qui a dieci anni, nella consapevolezza che, proprio in tempo di crisi, è necessario avere una visione condivisa del futuro. Nel segno della sostenibilità.

Al questo proposito, il consiglio della Magnifica ha creato l’assemblea dell’alleanza per il benessere cadorino: un gruppo di persone che ha il compito di guidare il processo di costruzione del piano strategico, sensibilizzando e coinvolgendo un numero sempre maggiore di cadorini e non solo. Cosa sarà del Cadore tra 10, 20 o 30 anni? La prima presentazione pubblica, alla quale sono stati invitati diversi portatori di interesse in rappresentanza delle istituzioni, del mondo economico e del terzo settore, è in calendario venerdì 25 settembre (ore 17), in auditorium Cosmo a Pieve: «Vogliamo accendere il motore dello sviluppo – afferma il presidente Renzo Bortolot – e creare un piano di collaborazione tra vari soggetti. La Magnifica non si sostituirà a nessuno, non realizzerà iniziative che sono prerogativa di altri. Ognuno ha il suo ruolo, con le proprie competenze. Vogliamo solo coordinare e agire in modo armonioso per creare collaborazione». 

Il patto fa leva su tre “energie generative”: «La fiducia di ogni soggetto negli altri soggetti; la speranza in un domani che sarà migliore se, tutti insieme lavoreremo, per raggiungere i traguardi che ci prefissiamo. E poi il coraggio della sfida che ci consente di rialzarci da una situazione critica per intraprendere un nuovo inizio. Mai come in questi decenni tante persone si sono allontanate dal Cadore e mai come ora il Cadore è così vecchio. È malato di spopolamento e si è fermato. Per questo, è indispensabile rianimarlo e cambiare rotta». 

Ecco dunque il “Nuovo Patto per il Cadore 2030”: «Abbiamo bisogno di una nuova stabilità – conclude Bortolot – all’insegna della crescita. Per fuggire al declino è necessario correre verso la crescita e i primi a vedere il sentiero della vita del Cadore e a crederci dobbiamo essere noi cadorini». 

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