Produzione in picchiata, crollo del fatturato e ordini in grossa crisi. Sono i sintomi del Covid sul manifatturiero bellunese. Inevitabili gli effetti del lockdown sulle imprese della provincia dolomitica. Il rischio però è che adesso la convalescenza sia lunga. Perché il ritorno alla normalità, per un’attività produttiva, è ancora distante.
Lo dicono i numeri dell’ultima indagine della Camera di Commercio di Belluno e Treviso (su dati e stime Unioncamere Veneto). L’ufficio studi ha messo insieme un’ottantina di imprese bellunesi, per oltre 2.500 addetti. E ha fotografato la situazione del primo trimestre 2020, tra i primi effetti del lockdown e le sensazioni per l’immediato futuro. Risultato? Disastro diffuso, o quasi.
La produzione industriale ha conosciuto una contrazione del 9% rispetto al trimestre precedente. Per le attività sospese la contrazione è stata del 12,3% (se si guarda la variazione rispetto al 2019, si arriva a -11,7% nella produzione e -15,7% solo nelle attività sospese). Per trovare una caduta di pari intensità bisogna risalire al 2009, anno di avvio della grande crisi. I dati sul fatturato confermano il quadro (e forse lo connotano in termini ancor più gravi): la caduta congiunturale infatti è del -11,3%. Si salvano (si fa per dire) solo gli ordinativi, figli della proiezione all’estero dell’occhialeria: +2,6% su base trimestrale e +0,9% su base tendenziale annua. Ma le previsioni da qui alla fine dell’anno sono nerissime.
Il 65% delle imprese intervistate prevede ulteriori, ampie contrazioni di produzione e fatturato che vengono stimate anche nell’ordine del -20% rispetto al primo trimestre 2020. Alla domanda su quale possa essere un orizzonte temporale di recupero delle perdite di fatturato, quasi l’80% delle imprese intervistate ritiene che difficilmente il recupero potrà avvenire entro l’anno. Solo un 15% conta in un ritorno alla normalità entro la fine del 2020.