Acqua cristallina, color turchese, in cui si specchia il rosa della roccia Dolomia. A chi non verrebbe voglia di farci un tuffo? Di sicuro a tutti quelli che ci passano davanti e che macinano chilometri di scarpinata pur di vederlo. Il lago di Sorapis piace da vedere, da fotografare. È uno scenario da selfie, ma ultimamente anche da bagnetto. Solo che non si può.
Per preservarlo intatto, il sindaco di Cortina ha emesso un’ordinanza ad hoc un anno fa. Del resto, era diventata insostenibile per i fragili equilibri del lago glaciale la massa di turisti cafoni che avevano trasformato le sue sponde in una spiaggia jesolana. Chi sgarra, chi prova a tuffarsi o entrare in acqua, si becca una sanzione fino a 500 euro.
Ma chi controlla? I carabinieri forestali. Toccherà a loro, anche quest’anno, vigilare sulla salvaguardia dello specchio turchese del Sorapis. Un lavoro non semplice, visto il gran numero di turisti che nel periodo estivo affollano la zona.
I controlli sono frutto della sinergia tra Regione Veneto, Regole d’Ampezzo, Comune di Cortina e gruppo carabinieri forestali di Belluno. Oltre al divieto di balneazione, ci sono altre regole da rispettare, su cui presteranno particolare attenzione le divise verdi: divieto di abbandono rifiuti, divieto di campeggio e di accensione fuochi; e obbligo di guinzaglio per i cani. Pare quasi scontato, di fronte a un vero e proprio tempio della natura. Le scene viste negli ultimi anni dicono che non c’è nulla di scontato.